La vita è movimento. E’un continuo incontrarsi e perdersi di cellule, la
forma cambia in base alla struttura di queste ultime. Tu puoi fermare l’istante,
ma la bellezza è nel continuum.
Possiamo cercare di ottenere la perfezione:
“Perché non parli?”-.
Tutto quello che faccio mi sembra
bello, altrimenti non lo farei, ma quando ho finito vorrei non averlo mai
iniziato!
Troppo cerebralismo distrugge la
spontaneità dell’azione, il pedantismo accademico ti costringe a vivere in
una struttura mentale fortemente condizionata dalle leggi fisiche e matematiche.
L’autodidatta ha una marcia in più. Libero dagli schematismi scolastici,
costretto a trovare da solo l’escamotage per uscire da una certa situazione,
vive l’arte in modo più immediato e personale. Nell’arte, come ricerca, si
va avanti per tentativi ed errori, in questo caso sì è tutti accomunati
accademici e non.