
"SAN VALENTINO TRA
STORIA E LEGGENDA"
E' il
175 d.C. e siamo a Terni, ad un centinaio di km da Roma imperiale,
quando apre gli occhi sul mondo un bambino destinato ad intenerire i
cuori di tutti gli innamorati: Valentino.
Consacra con coraggio la propria vita alla difesa della perseguitata
comunità cristiana della città e conquista l'amore delle popolazioni
locali e i suoi miracoli gli danno grande fama, tanto che nel 197
d.C. viene nominato da Papa San Feliciano Vescovo di Terni.
Osa sfidare l'imperatore Claudio il Gotico che perseguita il clero e
viene imprigionato, flagellato e decapitato sulla via Flaminia,
lontano dai sui fedeli per evitare proteste e tumulti. È il 14
febbraio del 273 d.C.. Il suo corpo viene sepolto di tutta fretta a
pochi km da Roma, ma, alcune notti dopo, tre suoi discepoli - Efebo,
Apollonio e Procolo - riportano il corpo nella sua città natale,
dove ancora riposa, per dargli degna sepoltura.
Ma perché questo coraggioso uomo di Chiesa ha legato il suo nome
alla festa degli innamorati?
La leggenda narra che
Valentino sia stato il primo a celebrare un matrimonio tra un
legionario pagano e una giovane cristiana. Da quel momento in molti
chiesero la sua benedizione e oggi la si riceve durante la "Festa
della Promessa".
Si narra anche che il
titolo di "Patrono degli innamorati" gli sia stato attribuito nel
medioevo perché si riteneva che nel giorno della sua festa, il 14
febbraio appunto, gli uccelli iniziassero a nidificare aprendo le
porte alla stagione dell'Amore.
notizie
prese da:
http://www.bresciaonline.it/or4/or?uid=BOLesy.main.index&oid=153961

"Leggenda dell'amore sublime"
Questa
leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che,
passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome
Serapia e se ne innamorò follemente.
Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette
un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia
era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella
Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino
per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e
ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore.
Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il
battesimo di Sabino ( e per le prossime nozze), Serapia si ammalò di
tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai
moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato
dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga
sofferenza. Valentino battezzò il giovane, ed unì i due in
matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un
sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.

"Leggenda della rosa
della riconciliazione"
Un giorno San Valentino
sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che
stavano litigando. Decise di andare loro incontro con in mano una
magnifica rosa. Regalò la rosa ai due fidanzati e li pregò di
riconciliarsi stringendo insieme il gambo della rosa, facendo
attenzione a non pungersi e pregando affinché il Signore mantenesse
vivo in eterno il loro amore.
Qualche tempo dopo la giovane coppia tornò da lui per invocare la
benedizione del loro matrimonio.
La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare in
pellegrinaggio dal vescovo di Terni il 14 di ogni mese.
Il 14 di ogni mese diventò così il giorno dedicato alle benedizioni,
ma la data è stata ristretta al solo mese di febbraio perché in
quel giorno del 273 San Valentino morì.

Leggenda dei bambini
San Valentino possedeva
un grande giardino pieno di magnifici fiori dove permetteva a tutti
i bambini di giocare. Si affacciava sovente dalla sua finestra per
sorvegliarli e per rallegrarsi nel vederli giocare.
Quando venive sera, scendeva in giardino e tutti i bambini lo
circondavano con affetto ed allegria. Dopo aver dato loro la
benedizione regalava a ciascuno di loro un fiore raccomandando di
portarlo alle loro mamme: in questo modo otteneva la certezza che
sarebbero tornati a casa presto e che avrebbero alimentato il
rispetto e l’amore nei confronti dei genitori.
Da questa leggenda
deriva l'usanza di donare dei piccoli regali alle persone a cui
vogliamo bene.

"Leggenda dei colombini"
Il sacerdote
Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere
dall'apostolato coltivava con le proprie mani.
Tutti i giorni permetteva ai bambini di giocare nel suo giardino,
raccomandando che non avessero fatto danni, perché poi la sera
avrebbe egli regalato a ciascuno un fiore da portare a casa.
Un giorno, però, vennero dei soldati e imprigionarono Valentino
perché il re lo aveva condannato al carcere a vita.
I bambini piansero tanto. Valentino, stando in carcere pensava a
loro, e al fatto che non avrebbero più avuto un luogo sicuro dove
giocare. Ci pensò il Signore.
Fece fuggire dalla gabbia del distratto custode due dei piccioni
viaggiatori che Valentino teneva in giardino. Questi piccioni,
guidati da un misterioso istinto, trovarono il carcere dove stava
chiuso il loro santo padrone. Si posarono sulle sbarre della sua
finestra e presero a tubare fortemente. Valentino li riconobbe, li
prese e li accarezzò. Poi legò al collo di uno un sacchetto fatto a
cuoricino con dentro un biglietto, ed al collo dell'altro legò una
chiavetta.
Quando i due piccioni fecero ritorno furono accolti con grande
gioia.
Le persone si accorsero di quello che portavano e riconobbero subito
la chiavetta: era quella del giardino di Valentino. I bambini ed i
loro familiari si trovavano fuori del giardino quando il custode
lesse il contenuto del bigliettino
C'era scritto: "A tutti i bambini che
amo…dal vostro Valentino".
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